sabato 19 marzo 2011

"Gita fuori porta" da Roma: Calcata




Cambiamo argomento: Vi parlerò di una possibile, semplice e breve gita che si può fare da Roma, con abbondante e piacevole sosta culinaria.
La mia meta del sabato è stata Calcata, in provincia di Viterbo ma a soli circa 50 chilometri da Roma Nord, all interno del Parco della Valle del Treja.
Per raggiungerla da Roma Vi suggerisco la Cassia Bis, Cassia Veientana (che si può prendere dal Raccordo Anulare fra Cassia e Flaminia); superate Formello, Le Rughe, Campagnano e dopo meno di 40 chilometri uscite a Mazzano Romano e seguite le indicazioni per Calcata (sono circa un'altra decina di chilometri una volta usciti dalla Cassia Bis). Superate Mazzano e il cartello che indica la presenza di una zona archeologica e poco dopo arrivate a Calcata. Per parcheggiare potete proseguire lungo la strada e andare a parcheggiare nel parcheggio sopra il paese antico (a pagamento, 1.1 Euro/ora) oppure, se arrivate presto, poco sotto l'entrata del paese (sulla destra allontanandosi da questo) c'è uno slargo (dopo la trattoria della Sora Peppa da cui si gode una bellissima vista sulla vallata) dove si può lasciare l'auto sul bordo della strada, ma fuori dalla riga bianca che delimita la carreggiata senza rischio di multa.
Ci sono anche pochi posti all'interno del paese vecchio prima della zona vietata ai non residenti ma è abastanza difficile trovare da parcheggiare. Vi sconsiglio invece di parcheggiare in sosta vietata o fuori dalle righe permesse all'ingresso del paese vecchio perchè ho visto i Carabinieri fare foto alle auto in sosta vietata.
Se avete parcheggiato nello slargo che Vi ho consigliato con un breve tratto di salita siete al paese.
Si tratta di un caratteristico borgo medievale dove non c'è molto da vedere a parte la chiesa nella piazza principale (chiesa che sembra ospitò per anni una reliquia di Gesù Cristo: il prepuzio) ma che è estremamente caratteristico nelle sue viuzze a gradoni che scendono ( e salgono) a picco sulla vallata, nelle sue case semplici ma arroccate e che sembrano scavate nella roccia, simpatiche e colorate, impreziosite da bellissimi terrazzi con vista sul fiume Treja, nei suoi negozietti caratteristici, soprattutto di artigianato e di arte.
Bastano 15-20 minuti per fare il giro completo della rocca che è comunque curiosa e intrigante.
E curiose sono anche alcue delle persone del posto, post sessantottini o figli dei fiori che si sono installati qui negli anni 70 e che hanno trovato una dimensione a loro ideale per vivere serenamente e in maniera semplice.
Li si riconosce dai loro capelli lunghi legati magari a codino o dagli abbigliameti colorati e tipici degli anni 70 ma anche dal loro sguardo sereno e dal loro modo tranquillo di interpretare la vita.

Se parcheggiate l'auto nel parcheggio e poi vi dirigete al paese vecchio potrete notare facilmente una cosa che mi ha incuriosito molto: la presenza di tante grotte naturali nella montagna che sono state adibite a cantine, magazzini di cose vecchie per lo più o anche a garage dagli abitanti del paese, semplicemente chiudendole con cancellate di ferro o con porte a travi fatte di legno.

Come dicevo ci vuole pochissimo a girare il paese vecchio ma una sosta ad una delle tante trattorie tipiche del paese, per il pranzo, vale sicuramente la pena.
Dopo un tentativo alla Piazzetta andato male perchè tutto prenotato (ha 3 tavoli!!), siamo tornati (come tanti anni fa) a mangiare al Tugurio (aperto solo sabato e domenica,Via Sinibaldi 7, 0761/587388), ancora con grande soddisfazione: 7,5 Euro per un primo, 11 Euro per un secondo, 4 Euro per un contorno, 5 Euro il vino della casa. Porzioni abbondanti e di qualità.
Abbiamo preso dopo un gustoso antipasto misto in due (6 Euro) con salumi tagliati probabilmente a mano, ottimi primi, pupazzetti (una pasta all'uovo simile alla gramigna) ai funghi misti e maltagliati speck e carciofi (ma erano di bell'aspetto anche i conchiglioni con spinaci e ricotta o i cannelloni di crepe dei vicini), abbiamo saltato il secondo per non appesantirci troppo (ma mi riservo di testare il maialino o una simpatica scaloppina ai carciofi la prossima volta che ci andrò) e dopo un buon carciofo alla romana, biscottini e tozzetti (la scelta dei dolci in questo locale purtroppo si ferma qui). Il vino rosso della casa è leggero e troppo giovane ma andava giù facilmente. Ce la siamo cavati in due con 40Euro mancia inclusa.

La scelta dei ristoranti comunque ci è parsa molto varia (oltre ai già citati la Piazzetta, il Tugurio e la Sora Peppa, ci sono "La Latteria del gatto nero", "il Graal" e "A casa di Claudio" proprio all'entrata del paese, solo per citare quelli che mi ricordo), anzi diciamo pure che forse ci sono più trattorie che negozietti nel paese.
Non manca poi una profumatissima pizzeria al taglio per chi vuole mangiare qualcosa in piedi velocemente senza aspettare i tempi un pò lunghi delle trattorie e un negozietto che vende prodotti locali, olio, miele, salse piccanti e così via.

Allontanandovi dal paese e tornando verso Mazzano, se volete potete fermarvi al cartello che indica l'Area archeologica e potete fare poche centinaia di metri anche a piedi verso l'area, ma non aspettatevi granchè. E' più che altro un'occasione per passeggiare accanto al fiume Treja e digerire il pranzo qualora fosse stato troppo pesante. Oppure prima dell'area archeologica sempre sulla strada si può seguire un percorso (016) "I tufi" che sale sulla montagna e che dovrebbe portare ad una Tomba falisca.
Nei dintorni ci sono poi altri percorsi per escursionsti e quindi altre occasioni per fare due passi digestivi sia in pianura sia in salita.

In pratica una gita tranquilla, senza troppe pretese e con una buona sosta culinaria, che si può fare comodamente da Roma.
Per maggiori informazioni su Calcata: http://www.calcata.info/itindex.html.

A presto Mario

PS: per altre gite da Roma vedi anche http://www.comicsenonsolo.blogspot.it/2015/03/gita-fuori-porta-da-roma-todi.html

martedì 15 marzo 2011

Andrera Camilleri torna in TV


Ed è subito enorme successo. Non ci si poteva aspettare diversamente.

Mentre in libreria l'ultimo romanzo di Andrea Camilleri "Il sorriso di Angelica" non è più una novità ma un classico ormai comprato e già letto da tutti i fan, me compreso, in televisione torna Luca Zingaretti che ha saputo magistralmente dare un volto al commissario di Camilleri.

E torna con le storie di alcuni romanzi ormai di qualche anno fa.
Ieri è andato in onda "Il campo del vasaio" e la settimana prossima ci sarà "La danza del gabiano", personalmente i miei due romanzi preferiti degli ultimi cinque scritti dal maestro siciliano.
Poi ci sarà "La caccia al tesoro" quello che forse ho amato di meno e "l'età del dubbio".

Si riaffacciano spesso in questi romanzi alcuni temi che sono diventati frequenti negli ultimi volumi, il desiderio di nuovi amori e avventure forse legati alla giovinezza che si allontana, il conseguente tradimento fisico o spirituale di Livia, i continui litigi e le inevitabili incomprensioni proprio con lei ma anche una certa cruenza crescente che si avverte nelle nuove storie di Camilleri, forse riflesso di una società che si fa sempre più violenta.
La fantasia e l'interesse per queste nuove storie continua comunque a non mancare, anzi cresce man mano che cresce l'affetto per il personaggio Montalbano e per tutti i personaggi immancabili che gli fanno da spalla, da Fazio ad Augello, da Catarella a Livia, da Ingrid agli altri uomini della Polizia coinvolti nelle indagini.
E se i romanzi mantangono un fascino che non può essere riprodotto con un programma televisivo, va dato atto agli sceneggiatori(che non a caso includono Camilleri) di saper ricreare la storia del romanzo, rendendola adatta ad un prodotto televisivo ma mantenendo gran parte dell'interesse e del fascino della pagine del romanzo.

Per quanto riguarda il già citato "il sorriso di Angelica" bisognerà aspettare una nuova serie e una nuova opera di convincimento del buon Zingaretti, che tutti ci auguriamo non smetta di interpretare il commissario Montalbano.
Ci si affeziona ai personaggi dei libri ma ci si affeziona anche ai visi che attori indimenticabli sanno dargli ed è difficile rivederli poi nel viso di altri attori; per chi ha la mia età basterebbe citare il commissario Maigret di Gino Cervi o il Nero Wolfe di Buazzelli, a mio parere intepreti ancora non eguagliati da nessun altro dei tanti successivi interpreti.

E quindi teniamoci il buon Zingaretti finchè possibile e speriamo che Camilleri non si stanchi di scrivere questi gialli anomali o non perda l'ispirazione che lo ha accompagnato in questi ormai 17 romanzi completi dedicati a Montalbano.

A presto Mario

Il Comandante Mark e i Lupi dell’Ontario




Oggi vorrei ricordare un altro dei fumetti della mia infanzia che andavano per la maggiore.

"Avanti Lupi dell'Ontario": poteva iniziare così un attacco guidato dal coraggioso Comandante Mark contro le odiate e famigerate Giubbe Rosse dell'esercito inglese. Questo fumetto, del mitico trio EsseGessE (Guzzon-Sinchetto-Sartoris) ambientato durante la Guerra d'Indipendenza americana ebbe una durata relativamente lunga: 281 volumi della Collana Araldo. Poi iniziò la scomparsa dei suoi "creatori" e "venne la fine della Guerra d'Indipendenza" e anche la fine di nuove storie. Ma i suoi personaggi principali (Mark e soprattutto i suoi più fidati amici Mister Bluff e Gufo Triste) sono ancora vivi nonostante gli anni passati dall'ultima storia originale, con i loro battibecchi accompagnati dal cane Flock e "per la barba di Noe'" come direbbe Mister Bluff, sanno ancora farci sorridere dopo tanti anni dalla loro creazione.
Alla Collana Araldo la prima sul Comandante Mark, seguì una prima ristampa (quella comprata in gran parte da me almeno per i numeri più vecchi che ho; purtroppo mi sfuggì la prima per limiti di eta') e poi seguì una seconda ristampa (TuttoMark) negli anni '90 a cui fece seguito altra ristampa nella Collana IF. E infine pochi speciali che non continuano la storia alla fine della guerra ma raccontano storie precedenti.
Una curiosità: in due diverse storie del Comandante Mark e' comparso un altro mitico personaggio del trio EsseGessE, il grande Blek macigno, che a sua volta combatteva con i suoi trapper le giubbe rosse, utilizzando la sua smisurata forza e il suo enorme coraggio.
Ci sono molte attinenze fra Mark e Blek: il periodo storico, gli avversari e soprattutto una coppia di inseparabili amici che accompagnano sempre entrambi. Blek ebbe forse meno successo del suo alter ego ma non per questo fu meno amato dai suoi "limitati" lettori, di solito gli stessi che si dedicarono anche ad un altro fumetto dell'epoca, il giovane Ranger Capitan Miki, di cui magari Vi parlerò in un’altra occasione.

Infine Vi voglio ricordare alcuni dei personaggi del fumetto: assieme agli inseparabili amici Mister Bluff e Gufo Triste, accompagnati dal cane Flock, l’eterna fidanzata Betty e il personaggio El Gancho e fra i principali nemici il Colonnello Sparrow, il Grande Reginald e Alce Pazzo.
Un saluto Mario

PS: per qualche nuova notizia sul Comandante Mark andata anche a un mio post successivo: http://www.comicsenonsolo.blogspot.it/2015/03/ancora-su-il-comandante-mark.html
 
 A presto