domenica 7 novembre 2010

Amarcord dei fumetti anni 60 e 70. Parte 3. Il Mago

Vi ricordate le tante raccolte di vignette e fumetti diversi che andavano di moda quando il fumetto andava di moda e vendeva sicuramente più di oggi, più o meno negli anni 70?
Erano tante e diverse e fra queste ce ne era una che avevo dimenticato e di cui mi sono rimasti pochissimi esemplari: IL MAGO, sottotitolo “La rivista dei fumetti e dell’umorismo”.
In questa rivista si raccoglievano tanti fumetti diversi come Mafalda, Mio Mao, B.C., Il Mago di WIZ, Arcibaldo, Wonder Woman, Mordillo, Blondie, Dick Tracy, seguiti poi da nuovi personaggi come Catfish e il Dr. Smock.



E fra i disegnatori c’era gente del calibro di Quino, Jacovitti, Hart.
E, come ultima nota di colore, sapete chi erano i direttori? Due signori di nome Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
Se per caso non li conosceste già andate a leggervi un loro libro “La donna della domenica”, uno dei più bei gialli scritti in Italia.




A presto Mario

mercoledì 6 ottobre 2010

Tex numero 600


Ci siamo. Siamo arrivati al fatidico numero 600 di Tex gigante.
Come nella migliore tradizione si tratta di un albo interamente a colori e che contiene una storia completa, così come tutti i numeri cento di Tex.
E come quasi tutti i numeri cento in copertina c'è Tex in primo piano.
Si tratta in realtà del settimo numero tutto a colori di Tex, le sei centinaia sono accompagnate dal numero 575 che festeggia i sessant'anni di vita del nostro protagonista.
Certo oggi con le ristampe di tutti i Tex a colori in formato più grande, si è perso il gusto di un numero 100 a colori ma ricordo che anni fa era sempre un'avvenimento speciale per noi lettori di vecchia data e forse lo è anche oggi.

La storia (I Demoni del Nord) è abbastanza avvincente, anche se come in tutte le storie limitate ad un solo albo, lo sceneggiatore ha dovuto tagliare molto nella descrizione e nei dettagli; forse la storia non è troppo originale ma è comunque rivisitata in maniera da conquistare efficacemente i lettori.

Ora il dilemma rimane quello: continuare a comprare i fumetti pur non sapendo più dove metterli o smettere come avevo promesso anni fa?
non credo di farcela....
temo ... dovrò trovare nuovo spazio...

A presto per un nuovo commento su Tex.

Mario

Amarcord dei fumetti anni 60 e 70. Parte 2 ALEM







Dicevamo di Alem, per l'esattezza Alem Auriga, della casa editrice Pubbligamar di Milano dell'Amministratore unico Mario Pinzi.
Mi sono impegnato di più e dopo un pomeriggio passato a cercare tra scatoloni e vecchi fumetti ho per lo meno ritrovato i primi 6 numeri di questo fumetto, uscito dal gennaio 1971.
Purtroppo non ho ritrovato il numero 7 in cui compariva per la prima volta un altro personaggio del fumetto, Transformic, l'omino piccolo, con il costume nero, che cambia facilmente le sue sembianze.
Ad ogni modo il nostro protagonista, Alem, fortissimo anche se piccolino grazie alla cintura magica ereditata dal nonno e dono del dio Marte, assieme ai suoi due amici, accorre (lasciando la sua amata residenza "fuori Trastevere!!") ogni qual volta l'imperatore Aureliano (detto "zuccapelata") e Roma hanno bisogno di lui.
Le storie sono ambientate nel secolo terzo D. C. con l'Impero romano soggetto a grandi pressioni da parte dei Barbari, che minaccerebbero addirittura da vicino la stessa Roma.
Ma Alem, Onass (fortissimo e distributore di pugni in testa, che ricorda molto Obelix) e Cassius (donnaiolo e giocatore di dadi), forti valorosi e audaci sono sempre pronti ad intervenire in aiuto del loro Imperatore, malaticcio, debole e angustiato dal pericolo barbarico, a scacciare i Barbari, in particolare gli Ostrogoti di Cracopio, umiliando sopratutto suo figlio Gunter, grosso ma poco intelligente che viene puntualmente umiliato e bastonato sopratutto da Onass e il suo luogotenente il piccolo e sciocco Sberlovic.
Certo le storie sono abbastanza banali ma ci sono nel fumetto anche dei simpatici tentativi "culturali" soprattutto nei primi numeri per esempio in alcune citazioni in latino ("o tempora o mores", o "cave" e così via, frasi tratte da personaggi del fumetto) oppure nella pagina interna diciamo "culturale" su "Usi e Costumi" dove si parla di Ludi (gladiatorii e circenci) di Corse coi carri, del Trionfo nell'antica Roma, della condizione della donna a Roma e così via, pagina che purtroppo sparì ben presto per lasciare spazio ai disegni dei lettori dedicati ai protagonisti del fumetto o alla pubblicità di altri fumetti e degli abbonamenti; purtroppo tutto ciò che è legato alla cultura anche nei fumetti viene ben presto "sostituito" da altro.
Ad ogni modo i personaggi sono simpatici e le storie leggere si leggono con facilità.
Il fumetto nella migliore tradizione dei fumetti degli ani 70 alterna una pagina colorata ad una in bianco e nero ed è simpatico evidenziare le incongruenze e i cambiamenti che capitano tra un numero e l'altro (per esempio nell'ultima di copertina viene sempre riportato il disegno di un nuovo protagoista ma non sempre ne viene riportato sotto il nome).

La prossima volta che avrò occasione di parlarVi di fumetti anni 60-70 Vi parlerò di un altro fumetto che mi piaceva leggere da bambino, la scelta è ampia....forse "il Mago", forse "Jonny Logan", forse "il Cavaliere Sconosciuto", chissà.

A presto Mario

sabato 2 ottobre 2010

Amarcord dei fumetti anni 60 e 70. Parte 1



E' molto tempo che non scrivo qualcosa di nuovo sul mio blog di fumetti e allora quale miglior momento per ripredere e ricordare tanti vecchi fumetti che negli anni 60 e 70 nascevano con estrema facilità e velocità e che con altrettanta velocità sparivano dopo pochi numeri o al massimo qualche annata.
E sì, a fianco dei vari Tex, Zagor, Alan Ford o super-eroi Corno/Marvel dalla lunga e acora oggi duratura vita si sono alternati tantissimi fumetti che riempivano gli scaffali dei giornalai i quegli ani e che da tempo non si affacciavano alla mia memoria.
Questa estate ho avuto l'occasione di ritrovare nell'appartamento del mare, alcuni di questi fumetti che compravo quando ero bambino magari dai ragazzi che li vendevano sulle stradine verso la spiagge o dal giornalaio anche nelle famose vecchie "buste" e mi sono reso conto che di molti di questi fumtti avevo dimenticato anche l'esistenza: Olac (o Olak a seconda degl editori che si sono succeduti negli anni 60 e 70) il gladiatore, Karl il Vichingo, Tiramolla, Akim, il Piccolo Ranger, il fumetto "Urka", raccolta di diversi personaggi, i mitici "Sdragoli" draghetti che convivevano con moderni abitanti di Camelot, di cui possiedo ancora il numero uno, seguito da pochissimi numeri a quanto mi risulta,per non parlare dei fumetti di guerra, delle "riviste a fumetti" patinate come il Monello e l'Intrepido o ancora dei tantissimi fumetti erotici e dei terribili fumetti di cronaca nera (che ho sempre trovato veramente brutti e violenti).

Di questi fumetti "minori" non ritengo facciano parte altri fumetti, come Comandante Mark, Blek Macigno e Capitan Miki, che anche se sono scomparsi dopo qualche anno dalle edicole ancora oggi vengono ristampati, hanno un loro mercato florido, è facile trovarne ancora dei numeri nei rivenditori di giornalini usati ed è facile reperire notizie su di loro nei principali siti Internet.
No io parlo di fumetti che in pochissimi ricordano e di cui si trova molto poco anche su Internet
Uno dei miei fumetti "minori" preferiti, di cui avevo parecchi numeri che al momento non ho ritrovato e nella cui ricerca mi dovrò impegnare di più, era poi il Romano Alem, stupenda risposta al francese e gallico Asterix.
Affiancato dai suoi due amici Cassius e Onass, nonostante il suo fisico non particolarmente atletico(come Asterix in fondo, qualcuno ha sostenuto che assomigliasse vagamente all'Eta Beta di Topolino, con il suo grosso ciuffone), non perde occasione di umiliare i barbari, soprattutto gli Ostrogoti, capeggiati dal loro capo Cracopio, dal figlio Gunter e dal suo luogotenente Sberlovic (nome estremamente significativo per le sberle che prendeva dai tre romani).
Con tutto il rispetto per Asterix mi piaceva l'idea di un romano che prendeva a calci i barbari, invece del contrario, perchè il romano lo vedevo sciovinisticamente come un italiano contro gli invasori.
Chissà se un tale fumetto oggi sarebbe vietato nei giornalai della Padania...

venerdì 4 giugno 2010

Omaggio ad Andrea Camilleri e al commissario Montalbano

Ho comprato da qualche giorno l'ultimo romanzo di Andrea Camilleri sul commissario Montalbano, "La caccia al tesoro", ultimo di una ormai lunga serie (di 16 romanzi completi, solo nelle edizioni Sellerio a cui si aggiungono racconti e altre storie).
No, no, non preoccupatevi non l'ho ancora letto e comunque non avrei intenzione di raccontarvelo, rovinandoVi il gusto di leggerlo con calma, centellinando le pagine, come di solito faccio io, per non arrivare troppo presto alla fine del "piacere" che mi genera la lettura di un tale romanzo, quasi fosse un piatto gustoso e saporito o una piacevole bevanda fresca in una giornata afoso.
Sì perchè Camilleri (almeno per quanto riguarda tutti i romanzi di Salvo Montalbano) amo leggerlo lentamente, godendomelo fino in fondo, gustandomi la sua bravura di scrittore, la sua abilità nel farci godere paesaggi che non vediamo, farci amare personaggi che non conosciamo, perchè mi diverte la sua ironia più o meno celata, i suoi divertenti o polemici riferimenti alla nostra realtà (purtroppo spesso ancora più negativa delle situazioni create nei suoi romanzi), perchè ormai amo anche il suo "siciliano" che riesco a capire sempre un pò di più e che, mentre all'inizio era abbastanza "contenuto", ora sembra crescere nei romanzi proporzionalmente alla notorietà del protagonista e al numero dei suoi lettori (forse però è cresciuto anche un pò troppo negli ultimi 2-3 romanzi).
E' stato interessante, nel corso degli anni, notare come Camilleri abbia saputo modificare il carattere dei suoi personaggi, come Montalbano sia cambiato, forse "invecchiato" come dicono i critici, ma come non sia cambiata la freschezza di questi romanzi, dei luoghi in cui le storie sono ambientate, delle battute tra i protagonisti, delle loro " sciarriatine", del sole della Sicilia in cui le storie sono solitamente ambientate.
E infatti è proprio questo che ormai amo in questi romanzi, non tanto la trama in sè, ancora interessante ma che col tempo tende ad incupirsi e che comunque non è più per me l'elemento trainante per acquistare e leggere tali romanzi, ma il ritrovare luoghi e personaggi che con il tempo ho imparato ad amare, sensazioni, colori, odori e sapori che emergono dalle pagine di Camilleri nelle sue descrizioni dei cibi, del mare, dei paesaggi, della natura, degli animali, del sole e della notte.
E quando mi avvicino al termine di uno di questi romanzi, provo sempre, quasi una sensazione di abbandono, di perdita, un pò come quando si sta per terminare una bella vacanza, una vacanza creata ad arte, ma che ci allontana per un pò dai nostri problemi quotidiani.

Mario

TEX WILLER e i suoi Pards



Decisamente il fumetto a cui sono stato piu’ fedele negli anni. Forse per questo motivo potrei dire il mio preferito anche se non ne sono sicuro; in fonda quando ero ragazzo questa palma Tex la divideva con il fumetto di Alan Ford che forse sentivo piu’ vicino e moderno.

Ma quando, tanti anni fa, decisi di smettere di comprare i troppi fumetti che mi piacevano, avevo gia’ tutti i numeri di Tex (almeno di uno stesso formato: in prevalenza Giganti e qualche 3Stelle sparso qua e la’) mentre non era così per Alan Ford, dove alternavo originali ad albi del gruppo TNT a raccolte dell’epoca e a pochi numeri mancanti, gia’ all’epoca non facili da trovare a poco prezzo.
E forse e’ stato per il mio spirito di “collezionista", che quando nel 1997 mi sono ritrovato a Fiumicino a dover aspettare 3 ore un possibile aereo per Trieste, in lista d’attesa a causa di una prenotazione persa, e’ stato un Tex il primo fumetto che ho ricomprato dopo più di 20 anni. E da lì’ non solo non ho piu’ smesso di comprare i nuovi “Tex Gigante” ma sono andato alla ricerca dei più di 200 numeri che mi mancavano. Per mia fortuna avevo gia’ i primi numeri piu’ difficili da trovare e cosi’ è stato facile trovare i Tex mancanti, anzi non ho voluto comprarli tutti in una sola volta: ho preferito centellinare il loro acquisto, godendomelo un po’ alla volta, acquistando ogni estate 20-30 numeri in buone condisioni e leggendoli come se fossero nuove uscite. Quando l’estate scorsa ho comprato gli ultimi e’ stata quasi la fine di un’obiettivo. Ora ho raggiunto i quasi 600 Tex che mi creano qualche "problema di spazio", assieme a tutti gli altri fumetti che possiedo.
Anni fa mi ero ripromesso che avrei comprato tutti i mancanti e poi al numero 600 avrei di nuovo smesso di comprarli. Questa volta non credo avro’ il coraggio di farlo, e anche se lo spazio non bastera’ piu’, dovro’ trovare una soluzione.
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Perche’ mi piace Tex? forse per gli stessi motivi per cui a molti non piace. Perche’ non ti tradisce, perche’ e’ sempre lo stesso, sai gia’ bene o male come una storia evolvera’, cosa stanno per fare o dire i personaggi, chi reagira’ in un modo e chi in un altro, eppure non ti stanchi di leggere o rileggere le storie di Tex e dei suoi 3 pards Kit Carson, Tiger Jack e il figlio Kit Willer. Ci sono poche novita’, e’ vero, quasi nessuna trama sentimentale, nessun tentennamento o dubbio, nessun “super-problema”, solo cattivi e disonesti da uccidere o mettere dietro le sbarre, perche’ non nuocciano ai piu’ a deboli e indifesi con il contorno di altri amici che si alternano, mentre i 3 pard restano più o meno una costante di tutte le storie; ma chi legge Tex e’ contento proprio perche’ Tex e’ cosi’ e non cambia, perche’ tutti vorremmo in fondo che esistesse davvero un eroe senza macchia e senza paura che combatte le ingiustizie di qualunque tipo siano, che non fa discriminazioni per la razza, il colore della pelle, l’età, che la fa pagare a cattivi, disonesti e corrotti (non vorremmo qualcuno come Tex, oggi anche nella nostra societa’?) e che lo fa senza mai fermarsi a pensare se quello che fa e’ giusto, perche’ non ha mai un tentennamento. E inoltre lo fa senza sbagliare mai e senza perdere nessuno di “importante” (almeno dai primi numeri quando perse la moglie Lilith), garantendoci il buon esito finale. Nei fumetti di Tex, i personaggi importanti possono restare feriti, prigionieri, rischiare di morire piu’ volte in uno stesso albo, soffrire terribili pene e torture, ma non gli succederà niente di irreparabile o curabile, perche’ Tex dopo essersi salvato, salvera’ anche loro e tutto cio’ in fondo ci tranquillizza, ci permette di leggerlo senza paure e patemi d’animo, con la certezza del lieto fine che vogliamo. E chi eventualmente viene perduto in fondo non era mai insostituibile nelle storie di Tex.

Sicuramente molti lettori non sopporteranno Tex per questi stessi motivi eppure chi come me e’ affezionato a Tex non gli fa una colpa di essere un po’ “monocolore” e si accontenta di quella piccole variazioni di trama che nonostante tutto i bravi sceneggiatori riescono ad introdurre anche dopo quasi 600 volumi. Quindi in fondo non ci serve che Tex cambi, ci piace cosi’ come e’. E ci sono altri fumetti per avere novita’, complicazioni e telenovele che Tex non offre.

----L'ultima storia completa uscita in edicola----
Il nuovo numero Gigante uscito a maggio 2010, il 595, chiude una bella storia di 3 albi (dal n. 593): si parte da un fatto avvenuto anni prima e poi la trama si dipana su più fronti contemporaneamente, tingendosi di giallo (cosa abbastanza inusuale per Tex) fino a svelare la verità finale. Storia interessante e avvincente. Tex non cambia eppure un po’ di interesse in piu’ gli sceneggiatori tentano ancora di metterlo, nonostante qualche incongruenza che a volte emerge.
In questi numeri compaiono anche personaggi storici: alcuni gia' visti, come Bill Cody, Buffalo Bill (vedi per es. Tex n. 436) e altri no (come Wild Bill Hickok e Calamity Jane).

mercoledì 2 giugno 2010

Alan Ford e il Gruppo TNT




Max Bunker (Luciano Secchi) e Magnus (Roberto Raviola) hanno creato tanti indimenticabili fumetti (Kriminal, Satanik, MaxMagnus….) ma di sicuro il loro fumetto più longevo e famoso, ancora oggi in edicola, è nato nel maggio del 1969: il mitico “Alan Ford”, che racconta le storie e le imprese di un improbabile gruppo di agenti segreti, il Gruppo TNT, di cui Alan Ford entra a far parte per errore e che utilizza un fatiscente negozio di fiori tra la quinta e la sesta strada di New York come copertura della sua “reale” attività.
E’ un fumetto grottesco e satirico che non si prende troppo sul serio e che “graffia” a modo suo, con ironia evidente e forse (molto) celata denuncia, mostrandoci la mediocrità e cattiveria del mondo, la meschinità e prepotenza che ci circonda in maniera divertente, ma anche l’ingenuità e generosità che poche volte viene premiata (…ma per caso, quando accade…).

Credo che i personaggi del gruppo TNT siano fra i più vari, squinternati e indimenticabili di tutta la storia del fumetto italiano, se non mondiale.

Alan Ford è un giovane, biondo, alto, magro e dagli occhi azzurri, decisamente il bello e “un po’ ingenuotto” del gruppo: ci capita dentro per puro sbaglio (in realtà è un grafico pubblicitario) e non sa più uscirne (in fondo non ne è capace o non vuole e gli va bene anche così), si impegna nel suo nuovo lavoro pur non avendone le caratteristiche e capacità necessarie, è fedele verso i suoi amici che non abbandona mai e verso i suoi capi e colleghi che approfittano spesso di lui, si innamora di belle ragazze che lo sfruttano o lo abbandonano.
Non può che risultare simpatico perché è principalmente buono e sciocco, ma in fondo Bunker e Magnus sono stati generosi con lui: ha anche tante qualità dalla sua, come bellezza e giovinezza, e in fondo anche la sua ingenuità lo aiuta in un mondo duro, fatto di profittatori e miseria, a credere che tutto va bene così, ad essere sempre ottimista e a non porsi troppi problemi esistenziali. E poi anche Alan a volte saprà tirare fuori quel minmo di astuzia e cattiveria, dettata dalla necessità, che tutti abbiamo, diventandoci ancora più simpatico
Bob Rock è sicuramente la sua antitesi: brutto, basso, col nasone, con indosso sempre la solita mantellina scozzese e il suo cappello alla Sherlok Holmes che lo rendono ancora più ridicolo e soprattutto un vero perdente, arrabbiato con il mondo intero e sempre in lotta con qualcuno (i vicini, i bambini del quartiere, ecc.) , eppure è un amico “abbastanza” fedele ad Alan (tutto è “relativo” in questo fumetto) che si impegna nel suo lavoro anche se controvoglia e anche se lo fa cercando di guadagnarci personalmente (ovviamente senza mai riuscirci).
Chi invece ci riesce sempre è un altro personaggio indimenticabile, il Conte Oliver, nobile inglese decaduto (e ricercato al suo paese) ma abilissimo nelle appropriazioni di beni altrui, che rivende al suo ricettatore di fiducia. Vero gentleman inglese, si fa ammirare per motivi diversi da Alan, da Bob (nel suo caso è invidia) e anche dal venale Numero Uno e riesce sempre a cavarsela nelle situazioni più disparate con un “vantaggio personale” e spesso risolvendo anche le situazioni più critiche del Gruppo come un vero “deus ex machina”.
Il Numero Uno, il vero capo del gruppo, Sua Eccellenza: la prima volta che compare (numero 11) sembra (o è?!) un vecchio rincitrullito su una sedia a rotelle e con la barba bianca di Noè o del vecchio Abacucco, ma poi gli autori decidono per lui un futuro diverso e si rivela un astuto vecchiaccio, lucido e furbo, che sa sfruttare i suoi uomini al meglio (anche per i suoi interessi personali) tiranneggiandoli con il suo caratteraccio. Indimenticabili sono poi le sue personali “rivisitazioni” delle gesta di personaggi storici , da Omero in poi (a cui l’anziano vegliardo, che dovrebbe infatti essere più vecchio di Abacucco, avrebbe partecipato) e famigerata è la sua agendina nera, dove tiene nota di tutti i misfatti dei potenti e con cui riesce a rcattarli.
La Cariatide, capo in seconda, collegamento fra il Gruppo e il Numero Uno, ma soprattutto impegnato a dormire nel retro del negozio di fiori e a viziare la sua cavietta Squitty (altra “nemica” giurata di Bob Rock) soprattutto quando il Numero Uno entra in gioco direttamente, sminuendo il suo già flebile ruolo.
Geremia, l’anziano eterno “ragazzotto” del negozio di fiori, calvo e ingiallito afflitto da mille mali, immaginari e non, che passa le sue giornate a dormire (e lamentarsi) con la Cariatide.
Grunf, il bislacco inventore del Gruppo, pilota della prima guerra e ancora immerso in un mondo passato, ma fiero e fedele al suo ruolo, è autore di diverse invenzioni per il Gruppo, economiche ma anche di solito fallimentari. Sono fantastiche (e moderne) le sue magliette con motti “motivanti”
Cirano, un bracco italiano, altra mascotte del gruppo, un cagnone che col suo nasone ricorda molto Bob Rock e che come Bob è in continua lotta con Squtty, che cerca di “papparsi”, senza successo a causa della Cariatide, che compare dal numero 18.
Il pappagallo Clodoveo, parlante e intelligente e per questo in continuo contraddittorio con il Numero Uno, che compare però solo nel numero 100.

E indimenticabili sono anche alcuni degli avversari storici del Gruppo, tanti e vari ma primo fra tutti Superciuk, la minaccia alcolica, l’eroe che ruba ai poveri per dare ai ricchi, grasso e mascherato, forte della sua fiatata alcolica alimentata da vinacci (in fiasco) di pessima qualità, nella vita privata un povero spazzino angariato dalla moglie prepotente, (una gangster che comparirà nel numero 87) che odia a morte i poveri che imbrattano le strade (mentre i ricchi le tengono pulite…).
Sicuramente un personaggio molto moderno…se si presentasse alle prossime elezioni in Italia secondo me avrebbe grosse possibilità con una buona campagna pubblicitaria e con il suo slogan a favore dei ricchi…..

Recentemente dal numero 428 (ora siamo al numero 493), le cose sono un po’ cambiate nel fumetto. Un incidente ha praticamente sciolto il Gruppo e quasi tutti i vecchi componenti si sono dedicati ad altro.
Il fumetto a quanto sembra aveva perso molti lettori e si stava involvendo (se proprio devo essere sincero io una prima involuzione l’avevo già notata dopo i primi 80-100 numeri e ancora di più dopo il duecentesimo quando smisi di comprarlo per motivi “di età”…), Bunker ha voluto rinnovarlo per ridargli “smalto” e lettori e per fare ciò ha “cambiato” la squadra: ora il biondo Alan agisce come investigatore privato affiancato dalla nuova fidanzata Minuette Macon.
Auguriamo al “nuovo” fumetto ogni bene (e sembra che la scelta sia stata azzeccata da quello che si dice), ma certo per noi nostalgici non è più l’originale fumetto “Alan Ford”, fumetto che doveva buona parte della sua riuscita alla sua coralità e il caro Alan per essere lo stesso di prima, non può prescindere dai suoi compagni di percorso, gli altri membri originali del gruppo TNT.


Chi ama i fumetti non può non aver letto almeno una volta nella vita “Alan Ford”, almeno i primi 15-30 numeri della serie, almeno il numero 50 con le origini del gruppo, almeno il numero 100 (a colori come le centinaia dei Tex), almeno le prime storie che coinvolgono il supernemico per eccellenza Superciuk (il più sgangherato supernemico dei fumetti, che compare per la prima volta nel numero 26, poi di nuovo nel 51 e ancora nel 74 e così via) e almeno qualche storia di altri mitici avversari del Gruppo TNT, come Gommaflex, Arsenico Lupon, il vampiro Wurdalak , i Tre Rock, fratelli di Bob e infine Anten-Man, criminale che vuole avere il monopolio dell’informazione, comunicazioni ed editoria, oscurando i segnali televisivi dei concorrenti (VI RICORDA NESSUNO??) e così via.

Come dicevo “Alan Ford” è uno dei fumetti stampati in Italia più longevi (con Tex, Zagor, Topolino e pochi altri), e sicuramente uno dei più longevi nel formato pocket che ancora mantiene. E tante sono anche state le sue ristampe a cominciare dalla prima, quella chiamata “Gruppo TNT”, (da cui sono partito anche io, comprando il numero uno, il primo numero della mia raccolta mista di Alan Ford e Gruppo TNT, una delle mie 2 raccolte preferite di fumetti, anche se non l’ho completata); ancora se ne possono trovare diverse nelle edicole e ristampe ovviamente sono anche state proposte nei Classici del Fumetto di Repubblica (serie Oro e non).

Per chi non lo ha mai letto: forse questo fumetto potrebbe anche non piacervi ma il gruppo TNT Vi resterà comunque indimenticabile.
Leggetelo.

A presto Mario

venerdì 28 maggio 2010

X-Men - I Mutanti


Difficile scrivere qualcosa di completo e facilmente comprensibile sugli X-Men.
Ricordo la loro prima storia in Italia, quando non avevano una loro testata e uscirono sconosciuti sul primo numero dell'allora già famoso Capitan America.
Erano 5 ragazzini (Ciclope, l'Angelo, Bestia, Uomo Ghiaccio e Marvel Girl) che si esercitavano e provavano i loro poteri eXtra sotto la supervisione di un uomo in sedia a rotelle, il professore Charles Xavier, telepata e scienziato, nella sua tenuta e che da lì a poco avrebbero cominciato a compiere le loro imprese nei numeri successivi affrontando diversi "avversari" primo fra tutti il "nemico" Magneto, un tempo amico del professore Xavier ma poi grande avversario del mondo "non mutante" che vuole distruggere (mentre Xavier cerca di difendere), perchè, come ebreo, ha già conosciuto l'odio razziale e prima di conoscerlo nuovamente per essere mutante vuole elominare tutti coloro che non sono "diversi" come lui.
Difficile immaginare all'epoca i tanti personaggi che nel tempo ne hanno fatto parte, le tante testate su di loro che sono state pubblicate, la loro partecipazione ad altri gruppi (Vendicatori, Fantastici 4), i videogame e i fumetti in cui sono comparsi e altre testate e tanto meno i già 4 film che sono stati prodotti (3 sugli X-Men e uno dedicato a Wolverine) con diversi altri in programmazione.
Difficile immaginare in una parola anche il grande successo che questa serie avrebbe avuto.

E quanto e quante volte sono cambiati, di personaggi, di costumi, di alleanze, con morti e rinascite, con ritorni e scomparse. Non a caso la loro stessa testata li definiva "The strangest Super-Heroes of all!"
Di certo chi ama le novità e i colpi di scena non si è mai annoiato con gli X-men ma sfido anche i più assidui lettori a saper riportare con esattezza tutte le intricate storie che ci sono state in 45 anni e più, dal 1963.
Ancora oggi ci sono almeno 6 testate dedicate a loro negli USA (più altre "collegate") e 3 solo in Italia.

C'è poi da dire che i "mutanti", gli X-Men, in fondo sono solo persone con poteri eccezionali dovuti a mutazioni genetiche e in fondo non lo sono quasi tutti i "super-eroi", che hanno "superpoteri e superproblemi"? non lo sono in fondo anche Spiderman, anche i Fantastici 4 e lo stesso Devil?

Per quello che mi riguarda non posso dire che siano stati fra i miei fumetti preferiti vista la difficoltà nel seguirli (pensate che differenza con altri fumetti che ho sempre letto come quelli di Bonelli, Tex, Zagor, etc., dove in fondo perdere "qualche" storia non crea confusione), ma non posso non riconoscere che abbiano un'enorme fascino, Wolverine, Tempesta, Jean Grey/Fenice,...sono personaggi complessi e indimenticabili.
E ancora una volta il mio preferito rimane uno dei meno amati (forse perchè è l'antitiesi del più amato Wolverine), il bravo ragazzo per definizione, Ciclope, fra l'altro primo capo sul campo del team, giovane ma responsabile, simpatico ma non troppo, educato ma con la sua dose di rabbia anche se controllata. E dopo Ciclope sicuramente mi piacerebbe vedermi in Wolverine, apparentemente tanto distante dall'altro ma solo perchè mentre Ciclope controlla la sua rabbia (quasi i suoi occhiali sono una metafora del suo carattere e controllo), Wolverine la sprigiona con tutta la sua violenza come sprigiona i suoi artigli di adamantio. Non a caso i suoi straordinari poteri e la sua storia fuori del comune lo hanno posizionato al primo posto della classifica dei personaggi di fumetti della rivista Wizard.

Per quanto riguarda i film prodotti su di loro, devo dire che li ho trovati tutti di ottima fattura, accattivanti e affascinanti, dei veri blockbuster, ma una piccola critica la devo fare: ancora oggi a distanza di alcuni anni devo dire che non ho capito come, dove e perchè nasce la sceneggiatura dell'ultimo film X-Men: conflitto finale, (ma perchè Ciclope e Xavier devono "esplodere"?), ma forse il problema rimane la confusione che le tante testate e le tante storie mi hanno generato e sicuramente ci sarà qualche esperto degli X-Men che mi saprà chiarire le idee.
A presto con un nuovo post.

domenica 23 maggio 2010

Un post per gli amanti del Ciclismo: Giro d'Italia

Dopo tanti anni, oggi ci siamo di nuovo emozionati al Giro d'Italia con un ciclista italiano: Ivan Basso è tornato e alla grande.
Dopo la squalifica, avevo temuto che non sarebbe più tornato ad alti livelli. Come già Pantani non era stato più lo stesso dopo la sua squalifica, così anche Basso sembrava non avere più la forza in salita che aveva avuto negli anni passati di staccare i suoi avversari. Ma oggi sul Monte Zoncolan, il "Kaiser" ha dimostrato di essere ancora forte, soprattutto sulle salite più dure e di poter dare ancora soddisfazioni ai suoi tifosi italiani.
E' riuscito a staccare uno dopo l'altro tutti i suoi avversari (ultimo Evans che ha tentato fino alla fine di non mollarlo con grande sforzo e che ha pagato caro questo tentativo con più di un minuto di ritardo negli ultimi km) con la sua pedalata regolare ma potente, alzandosi pochissime volte sui pedali e con lo sguardo di una tigre fisso sulla sua preda, la strada.
Quindi con la sua solita tranquillità ha vinto per distacco una bellissima e durissima tappa, di fronte allo spettacolo più bello che sempre il ciclismo sa dare, il fiume di persone giunte sulla cima della montagna a tifare e a godere di questa bella giornata di sport e di sole. E con questa vittoria ha anche riaperto questo Giro d'Italia del 2010.
E ora c'è una cronoscalata dopo il giorno di riposo di domani.
Non so se Basso riuscirà a vincere questo giro d'Italia ma di sicuro oggi ha fatto emozionare di nuovo gli amanti del ciclismo italiano. E chissà che prima o poi non rivedremo anche un italiano vincere di nuovo al Tour de France, dopo Pantani nel 1998 (magari non quest'anno e Contador permettendo).

sabato 22 maggio 2010

Daredevil: l'uomo senza paura


Era il mio "super-eroe" preferito quando ero piccolo. Forse perche' era uno dei meno amati e famosi, anche se aveva la sua testata in Italia. Forse perche' era un classico eroe senza macchia e "senza paura". E poi perche' Matt Murdoch era il classico bravo ragazzo. Insomma si' era il mio super-eroe preferito quando non piaceva quasi a nessuno!? Quando, accecato dalle radiazioni ma con gli altri sensi sviluppati in maniera sovraumana in seguito all'incidente, vigilava su Hell's Kitchen di notte (con un ridicolo costume giallo e rosso scuro con la D sul petto nei primissimi 6 numeri e poi con il suo classico e semplice costume rosso e il suo magico bastone) e curava gli interessi dei deboli di giorno, come timido avvocato, di cui la bella segretaria Karen era segretamente innamorata (e di cui Matt Murdoch era a sua volta segretamente innamorato, ma bloccato dalla sua cecità che gli impediva di rivelarsi).
Poi anni dopo, alla fine degli anni settanta, e' arrivato a disegnare e sceneggiare le sue storie Frank Miller, che ha creato un nuovo protagonista, quasi un nuovo fumetto. Bellissimo nei disegni, nella complessita' e modernita' delle sue storie, bellissimo nella sua "debolezza e fragilita'", ma Miller lo fece diventare quasi un eroe dark e anche un po' violento e crudele e per questo secondo me piu' fragile. E fu di sicuro un successo.
Ma certo Devil non era piu' lo stesso Devil che leggevo da bambino negli anni settanta.
Alla fine degli anni '80 e negli anni '90 avevo abbandonato la lettura dei fumetti e cosi' potrete immaginare che novita' e' stata per me rileggere un fumetto di Devil, dopo la trasformazioine di F. Miller per la prima volta. Certo rispettava la regola del super-eroe con super problemi. Eppure, forse per i miei ricordi di bambino, anche se la maggioranza di Voi non sara' d'accordo, secondo me se da un lato il nuovo Devil ha acquisito tantissimo da Miller, da un'altro ha anche perso qualcosa: la serenità, umanita' e semplicità che me lo avevano reso così simpatico nei primi anni settanta e che me lo facevano sentire un vero eroe "without fear"!
Consigli per la lettura su Devil.
Ho appena scritto che amavo il primo Devil piu' del Devil di Miller. Ma, accanto alla lettura dei primi 30-40 numeri dell'Editoriale Corno (di Bill Everett, John Romita Senior, Gene Colan, ...), usciti negli anni settanta, Vi consiglierei anche la lettura di uno dei migliori fumetti di Miller Devil: born again (Rinascita) e la lettura della saga "Guardian Devil" (Il Diavolo custode), di Quesada/Smith, che contiene la morte di Karen Page fra le braccia di Devil.
Se non riuscite a trovare le storie originali dell'Editoriale Corno (inizio anni '70), ormai introvabili a prezzi ragionevoli, Vi consiglio di cercare i numeri della serie "Devil Gigante" che negli anni '80 contenevano le ristampe delle prime storie di Devil in un diverso formato (più largo e anche più alto), o ancora più semplicemente Vi consiglio il numero 8 dei classici del Fumetto di Repubblica del 2003, dedicato a Devil (Devil L'uomo senza paura), sicuramente più facile da trovare presso qualche rivenditore di fumetti usati in cui troverete poche delle migliori storie dei primi Devil (L'origine di Devil, la lotta con Sub-Mariner, con il Bue e con Electro).


Mario

Welcome to Comics e non solo

Era necessario un altro sito di Fumetti? Probabilmente no. Su Internet oggi trovate tutto quello che avrei potuto sognare quando ero ragazzino e spendevo tutta la mia paghetta in fumetti (Alan Ford, Tex, Zagor, Comandante Mark, qualche Topolino e naturalmente diversi "Super-eroi" allora dell'editoriale Corno). E oggi tutte le informazioni, storie, collegamenti, riassunti, disegni e foto dei fumetti che si possono desiderare, sono disponibili e sui siti "officiali" degli editori e sui tanti siti non ufficiali. Eppure il desiderio di recuperare una parte di quella fanciullezza attraverso i fumetti mi ha spinto a "divertirmi" con questo sito per coltivare una mia passione d'infanzia a cui non ho potuto dedicare molto tempo come avrei voluto negli anni (che invidia per il mio amico d'infanzia M.M. Lupoi che invece ha saputo farne la sua attivita' principale), per esprimere pareri, condividere opinioni, impressioni e ricordi sui fumetti e non solo. Non aspettatevi puntuali e precise recensioni di tutti i fumetti che esistono e che usciranno. Mi dedichero' principalmente a cio' che mi piace e spero piaccia anche a Voi. Qualche commento su nuove uscite, diversi amarcord su fumetti e non solo del mio passato e qualche considerazione che magari partira' dai fumetti, oppure no, e arrivera' da qualche altra parte. Tutto questo ovviamente compatibilmente al mio poco tempo libero. Ad ogni modo spero che il sito Vi piaccia e che mi mandiate i Vostri contributi per migliorarlo e le Vostre domande e richieste. A presto